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Sabato 5 e Domenica 6 giugno torna la Festa delle Oasi WWF

Giornata delle Oasi WWF 2021

3 giugno 2021 - Sabato 5 e domenica 6 giugno torna la Festa delle Oasi WWF, quest’anno dedicata all’attesissimo ritorno alla natura: adulti, ragazzi, bambini e famiglie potranno visitare le aree protette dal WWF. Nel Lazio aperte Macchiagrande, Vasche di Maccarese e Pian Sant’Angelo Link alla pagina dedicata alla Festa delle Oasi>>

Le giornate delle Oasi WWF, quest’anno, attraverso il messaggio "Liberiamo la Natura", sono dedicate all’attesissimo ritorno alla natura: adulti, ragazzi, bambini e famiglie potranno godere della bellezza e del fascino degli spazi naturali protetti dal WWF in una giornata di riconquistata libertà. Nel rispetto delle norme in vigore per la pandemia da Covid 19 gli ingressi saranno contingentati con numeri limitati di visitatori che dovranno prenotare via mail la propria visita. Link alla pagina dedicata alla Festa delle Oasi>>

Oasi WWF Macchiagrande: il canale - foto Barbara Mariotti

Nel Lazio saranno aperte dalle ore 10.00 alle ore 19.00 le Oasi di Macchiagrande e Vasche di Maccarese, nei comuni di Roma e Fiumicino (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e l’Oasi di Pian Sant’Angelo nei comuni di Gallese e Corchiano, nel viterbese, con due visite guidate alle ore 9.30 e alle ore 16.00 (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). "Lentamente ma con tutto il fascino di cui la Natura è capace, le Oasi del WWF tornano ad essere aperte al pubblico, tornano ad essere laboratori di conoscenza della ricchezza e della bellezza della vita, delle diverse forme nelle quali si mostra. Le Oasi sono anche occasioni per leggere meglio il territorio che le ospita, del ruolo importante che hanno svolto e continuano a svolgere nel tutelare preziosi lembi di Natura, per comprendere come aiutare la Natura a tornare dove incaute scelte le hanno sottratto spazio. Un esempio al quale guardare anche per immaginare il futuro delle nostre città, maggiormente al passo con le emergenze in atto, capaci di contribuire alla loro risoluzione." dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana  Moltissime ricerche e studi scientifici ci spiegano come la pandemia che stiamo vivendo sia la conseguenza di un rapporto “malato” con la natura. Le Giornate delle Oasi richiamano proprio l’urgenza di proteggere e rigenerare gli ambienti naturali, uno dei pilastri della Campagna WWF ReNature Italy, lanciata quest’anno, che si propone di recuperare i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta e tutelare efficacemente il nostro Capitale Naturale a beneficio delle generazioni attuali e future, arrestando e invertendo la curva di perdita di biodiversità.

I fenicotteri nell'Oasi WWF di Orbetello - foto Fabio Cianchi

La giornata Oasi è anche l’occasione per ricordare come le aree protette del WWF siano uno dei più grandi progetti di conservazione che l’Associazione svolge da più mezzo secolo: le oltre 100 Oasi distribuite nel territorio nazionale hanno contribuito a tutelare luoghi, ecosistemi, flora e fauna e hanno introdotto milioni di adulti e bambini alla conoscenza della natura, migliorando il rapporto con l'ambiente; favorito e stimolato la ricerca scientifica su ecosistemi, specie e conservazione della biodiversità. In questa occasione si potrà toccare con mano il risultato di tanto sforzo di conservazione che il WWF svolge da oltre 50 anni e comprendere meglio lo stretto legame che ci unisce tutti alla natura in buona salute, garanzia per la nostra sopravvivenza, il nostro benessere e la nostra prosperità. Il tema stesso della Giornata Mondiale dell’Ambiente richiama proprio l’urgenza di proteggere e rigenerare gli ambienti naturali, recuperando i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta per passare dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione: l’ONU infatti lancerà proprio il 5 giugno il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi, un’azione che può essere svolta solo con un sistema di aree protette adeguatamente tutelato.

Cuccioli di volpi e leprotti curati nei CRAS

I CENTRI RECUPERO ANIMALI SELVATICI SONO GLI OSPEDALI DELLA BIODIVERSITA’
Assistere alla liberazione di animali guariti dopo essere stati costretti a lunghi ricoveri è una emozione indimenticabile. Questi eventi sono possibili grazie all’attività dei Centri di Recupero per Animali Selvatici (CRAS), veri e propri ospedali della biodiversità, che si trovano all'interno o in prossimità delle Oasi WWF. Proprio alle 100 aree protette gestite dal WWF in Italia saranno dedicate le giornate di sabato 5 (Giornata Mondiale dell'Ambiente) e domenica 6 giugno 2021, durante le quali cittadini, famiglie, ragazzi e bambini sono invitati a godere della bellezza e del fascino degli spazi naturali protetti dal WWF in una giornata di riconquistata libertà. Il WWF Italia, oltre ai progetti sul campo, agli studi scientifici e alle tante attività mirate alla tutela della natura, da oltre 30 anni si occupa anche della cura degli animali selvatici in difficoltà attraverso una rete di CRAS che ogni anno accolgono migliaia di esemplari, spesso appartenenti a specie rare e minacciate, con l’obiettivo di offrire loro le migliori cure che possano consentire il successivo reinserimento in natura, finalità ultima dei centri. Gli animali ricoverati presso i CRAS sono spesso vittime di episodi di bracconaggio (feriti da trappole, colpi d’arma da fuoco o avvelenati), altre volte riportano traumi da impatto con autoveicoli o ostacoli come finestre e cavi elettrici. Non mancano, inoltre, gli esemplari appena nati che necessitano di particolare accudimento e costante alimentazione.

Scoiattolo

I centri sono dotati di ambulatori e sale chirurgiche, voliere e stabulari per le diverse specie, ma anche di aree per il recupero post intervento, e contano sul contributo professionale di veterinari ed esperti a cui spesso si affiancano i volontari del WWF nelle attività di recupero e di assistenza degli animali. I CRAS WWF hanno non solo un importante ruolo nel contribuire alla conservazione di specie spesso rare e minacciate, ma anche nel sensibilizzare la collettività sui temi della salvaguardia degli animali. Alcuni tra gli animali non più rilasciabili in natura, sono infatti collocati in apposite aree aperte al pubblico, visitabili insieme agli esperti che garantiscono che si eviti di arrecare loro disturbo.  Alle iniziative di educazione ed informazione spesso si affiancano anche attività di vera e propria ricerca scientifica sulle specie di maggior interesse conservazionistico in collaborazione con università e centri di ricerca. Fondamentale è infine la collaborazione con le Autorità investigative e giudiziarie. I CRAS svolgono la funzione di segnalare alle forze di polizia e alla Magistratura, eventuali episodi sospetti di violazione della legge, come avviene in caso di animali che presentano ferite da arma da fuoco. Spesso presso i centri sono inoltre trasferiti in custodia animali sottoposti a sequestro, vittime di maltrattamenti o traffici.

Visita a una tartaruga da curare

La rete WWF di Centri di recupero della fauna selvatica, gestiti secondo rigorosi standard da parte di selezionati partner locali, è attualmente composta da tre CRAS ubicati nelle Oasi WWF di Vanzago (MI), Valpredina (BG) e Penne (PE), ed un centro a Polesella (RO), nelle vicinanze di famigerati black-spot per il bracconaggio in Italia, a cui si aggiunge un Centro di Recupero per la Fauna Selvatica ed Esotica a Semproniano (GR) e una serie di centri specializzati nel recupero di tartarughe marine a Policoro, Molfetta, Torre Guaceto e Capo Rizzuto, grazie all’impegno di importanti partner locali. “La pluralità e l’importanza delle attività svolte dai CRAS testimoniano la loro funzione di servizio pubblico, unitamente all’operato della rete di volontari che in tutto il territorio si occupano, spesso a proprie spese, di recuperare la fauna selvatica e trasferirla presso i centri per la loro riabilitazione e reinserimento in natura- dichiara Marco Galaverni, direttore Programma e Oasi WWF-. Queste realtà devono essere, quindi, sempre più riconosciute e sostenute a livello locale e nazionale. Ben venga l’investimento straordinario previsto dal Ministero della Transizione Ecologica per questo triennio, ma un supporto adeguato deve essere garantito anche nel medio-lungo termine, in modo da rendere queste realtà sempre più efficaci nel loro contributo alla conservazione della biodiversità”.