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Oasi WWF di Lago Secco ad Accumoli: da visitare anche per un sostegno ai residenti

Uno scorcio dell'Oasi di Lago Secco

Lago Secco è uno specchio d’acqua salvato dal WWF: l'Oasi Lago Secco è un’area di 15 ettari che si trova in Provincia di Rieti, nel Comune di Accumoli (duramente provato dai terremoti del 2016) in un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT6020002) nel Comune di Accumoli (Ri) a circa 1.500 metri di altezza. E' inoltre una Zona di Protezione Speciale (ZPS IT6020002) e protetta anche dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Pensare di programmare una visita tra qualche tempo, ora che la primavera avanza a grandi falcate, è un modo di sostenere le popolazioni locali con un turismo leggero e non impattante e nello stesso tempo di scoprire o ritrovare luoghi di una bellezza alla quale non siamo più tanto abituati, un angolo di “paradiso naturale” poco noto seppur compreso in uno dei più vasti ed importanti parchi nazionali italiani. Nell’Oasi di Lago Secco sopravvivono specie animali e vegetali relitte dall’epoca della glaciazioni quaternarie.

Oasi di Lago Secco con la neve

A dispetto dell’altitudine, il percorso, piacevole e non particolarmente impegnativo, permette di attraversare prati e boschi (compresa la faggeta nel bosco del Pannicaro), superare i fossi modellati dalle abbondanti acque che ne caratterizzano il paesaggio e consente di “immergersi” in un ambiente attorniato da scenari naturali ancora integri e di grande suggestione. In questa stagione poi compaiono le prime abbondanti fioriture.

Un tratto del percorso nei boschi per arrivare ai laghetti dell'Oasi

Arrivati a destinazione si apre una ampia valle glaciale nel cui centro si trovano i tre specchi d’acqua perenni: il lago Secco, il lago della Selva e la sorgente dell’Agro Nero. Questo biotopo, chiamato dai locali “i laghetti”, costituisce la stazione più meridionale d’Europa della rana temporaria (Rana temporaria) che con il tritone alpestre (Triturus alpestris) simbolo dell’oasi, trovano qui il limite estremo del loro areare.

Lago Secco durante la tarda primavera

Presso “i laghetti”, è possibile osservare e fotografare gli anfibi caratteristici della zona e le specie vegetali relitte dell’era Quaternaria come i salici (Salix pentandra e phoetida). Inoltre la sorgente dell’Agro Nero, una delle poche sorgenti scampata alla captazione che negli anni Cinquanta prosciugò numerose risorgive per alimentare il lago di Campotosto, offre un’interessante curiosità al visitatore che qui può vedere i resti “fossilizzati” di maestosi abeti bianchi ed aceri montani risalenti all’anno Mille, quando tali piante caratterizzavano il bosco del Pannicaro, ed i cui tronchi furono posati nella torbiera intorno alla sorgente per evitare lo sprofondamento nel fango del bestiame al pascolo brado.
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tritone alpestre (Triturus alpestris)