canoa nel lago

Il Mare negato: l’accesso alla spiaggia è libero ovunque!

Spiaggia e mare beni dello Stato con accesso libero

Il problema dell’accesso alla spiaggia da parte di chiunque è diffuso e riguarda sia il fatto che il numero delle spiagge pubbliche si sta riducendo (e spesso sono relegate in luoghi non sempre facilmente accessibili), sia l’utilizzo della battigia che dovrebbe essere libero e invece quasi ovunque è  considerata come estensione naturale degli stabilimenti.

Le servitù di passaggio per gli accessi alla spiaggia libera ed alla battigia, anche relativi dunque all’attraversamento di stabilimenti in concessione, sono regolamentati dal Codice Civile e dal Codice della Navigazione. Sebbene questi vengano a volte negati, costituiscono un diritto per chiunque e basta la segnalazione non solo alla Guardia Costiera ma anche ai Carabinieri Forestali o alla Polizia Municipale (a seconda dei casi) per ripristinare eventuali violazioni. Ultimo caso eclatante quello della spiaggia di Cala Spinosa in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura, raggiungibile da una strada che è stata chiusa da un privato che pretendeva 3 euro per poterla percorrere. La Capitaneria di Porto è tempestivamente intervenuta  sospendendo la riscossione del pedaggio non autorizzato e restituendo il diritto di tutti di raggiungere il mare attraverso un sentiero da sempre noto e a tale scopo utilizzato.

L'ingresso sempre aperto alla spiaggia che costeggia il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia

Il WWF ha ripetutamente documentato come in Italia gli stabilimenti, sostanzialmente triplicatisi dal 2001 quando erano poco più di 5mila, abbiano snaturato la linea di costa realizzando in alcuni casi vere e proprie cittadelle multiservizi. Le spiagge libere, specie quelle storicamente legate alla fruizioni di residenti e turisti di luoghi di enorme bellezza, vanno garantite e tutelate.

Una bella spiaggia libera tra Ladispoli e Cerveteri ripulita spesso da volontari

Questo dovrebbe rientrare anche in una precisa programmazione dei Comuni  che per tempo, ben primo della stagione balneare, dovrebbero definire il quadro dei servizi prevedendo i mille fenomeni di abusivismo che si registrano in questo settore, dallo sconfinamento delle aree in concessione all’affitto non autorizzato di ombrelloni e lettini già sistemati in spiaggia, dalla gestione di posteggi fai da con relativo servizio navetta (privo di autorizzazione e relative assicurazioni) all’arroganza di proprietari o affittuari sull’impedire servitù di passaggio pubblico per godere di beni comuni che dunque non possono essere sottratti al godimento di tutti nei termini e nei limiti della legge. "Il mare a pagamento è l'ultima spiaggia della gestione arbitraria e disinvolta dei beni indisponibili dello Stato, così come la chiusura di servitù di passaggio pubbliche, anche per ragioni di sicurezza “ ha detto Donatella Bianchi Presidente del WWF Italia.

Mare e spiagge, un bene comune che deve sempre essere disponibile per tutti noi