Mare-nuvole

Il Panda a teatro: prenotate il prossimo spettacolo al Teatro Eliseo

Glauco Mauri, Roberto Sturno - foto Jasmine Bertusi
Il Panda a teatro: prenotare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  Per il WWF sconti speciali! Al Teatro Eliseo il 22/1 ore 17.00 oppure il 19/12 ore 20.00 “RE LEAR” Di William Shakespeare con Glauco Mauri e Roberto Sturno (primi 10 biglietti platea a 20 Euro). Ancora: Al Piccolo Eliseo il 24/1 ore 20 “LE BRACI” dall’opera di Sándor Márai con Renato Carpentieri e Stefano Jotti (biglietto a 12 Euro) – prenotare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  Il WWF Roma e Area Metropolitana, il Teatro Eliseo e il Teatro Piccolo Eliseo di Roma presentano l’iniziativa “Il Panda a teatro” che consentirà a soci e simpatizzanti WWF e ai loro amici e parenti di poter avere la propria poltrona a prezzo di assoluto favore, in platea o in balconata (a scelta), per tutti gli spettacoli delle due programmazioni in occasione della stagione teatrale 2019-2020 dal titolo “Tutta un’altra città”. www.teatroeliseo.com  
I prossimi spettacoli:
TEATRO ELISEO
IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE i primi 10 biglietti che saranno prenotati esclusivamente scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. avranno un costo super ridotto:
PLATEA Euro 20,00 invece di Euro 35,00 (PRIMI 10 BIGLIETTI) mentre dall’undicesimo in poi il biglietto è fissato a Euro 27,00 invece di Euro 35,00
I BALCONATA Euro 15,00 invece di Euro 30,00 (PRIMI 10 BIGLIETTI) mentre dall’undicesimo in poi il biglietto è fissato a Euro 24,00 invece di Euro 30,00
Si potrà scegliere tra:
Mercoledi 22 gennaio 2020 h. 17:00
oppure
Giovedì 23 gennaio 2020 ore 20:00
RE LEAR
Di William Shakespeare
Traduzione Letizia Russo
Con
Glauco Mauri
Roberto Sturno
Scene e costumi
Marta Crisolini Malatesta
Musiche
Giacomo Vezzani
e Riccardo Vanja
Regia
Andrea Baracco
Produzione
COMPAGNIA MAURI STURNO
FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
Uno dei capolavori del bardo, dramma dell’amore filiale e del tradimento
Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, impersonare Lear. Perché? Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che negli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro.
Glauco Mauri
 
GLAUCO MAURI e ROBERTO STURNO - foto JASMINE BERTUSI
Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell’autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall'ombra la rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare. I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale. 
Andrea Baracco
TEATRO PICCOLO ELISEO
I biglietti che saranno prenotati esclusivamente scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. avranno un costo ridotto di Euro 12,00 invece di Euro 20,00 (settore unico)
Venerdì 24 gennaio 2020 ore 20:00
LE BRACI
Dall’opera di Sándor Márai
Adattamento
Fulvio Calise
Drammaturgia e regia
Laura Angiulli
Con
Renato Carpentieri
Stefano Jotti
Scene
Rosario Squillace
Disegno luci
Cesare Accetta
Produzione
IL TEATRO COOP. PRODUZIONI GALLERIA TOLEDO
Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all'angoscia e alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l'uomo non vuole soltanto vivere, vuole anche conoscere fino in fondo e accettare il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione...
 
"Le Braci" - foto di Cesare Accetta
Vi è un segmento letterario che riflette sul senso della vita, sul destino e sull’incomunicabilità tra gli individui, temi che animano la letteratura europea tardo ottocentesca e si estendono fino agli albori del secondo conflitto mondiale e oltre. A questo ambito appartiene l’idea dell’uomo attraversato da un profondo senso di alienazione e solitudine, testimone di un mondo al suo declino, diviso tra passato idealizzato e presente moderno e disumano. Il passaggio d’epoca segnato dalla Prima Guerra Mondiale è il luogo temporale in cui l’ungherese Sándor Márai colloca il nucleo retrospettivo del romanzo Le Braci - Le candele bruciano fino in fondo, il titolo originale pubblicato nel 1942 - un testo legato con filo rosso alla grande tradizione romanzesca, che assieme guarda alla crisi dei grandi miti della società occidentale ed al transito in un “nuovo mondo”, rovente e mefitico inferno tropicale da cui fa ritorno il personaggio Konrad dopo una disonorevole fuga durata quarant’anni. Fredda e assillante invece l’attesa per il generale Henrik, che attende il giorno della rivalsa immerso in un tempo sospeso fino ad un mattino del 1940, quando riceve l’improvviso annuncio della sua visita. Nei personaggi de Le Braci, le attitudini dei due caratteri opposti legati da antica amicizia - onore, orgoglio e disciplina nella socialità per il soldato Henrik, melancolico temperamento artistico da poeta per il fuggitivo Konrad - rispecchiano valori decaduti tardo ottocenteschi. La questione di fondo qui posta è puramente etica, umana, dove l’elemento destabilizzante della ragione risulta essere la passione contenuta nel desiderio. Bisogna essere coerenti con sé stessi o rispettosi degli altri? Il senso della vita risiede nel legame d'amore che ci unisce a qualcuno. Il disincanto della risposta rende impossibile il rimarginarsi delle ferite. Ma permette di morire pacificati.
 
"Le braci" - foto di Cesare Accetta