Emergenza ambientale in Australia: Il WWF attiva il numero solidale 45585
16 gennaio 2020 - Emergenza Australia: il WWF attiva il numero solidale 45585. Le donazioni serviranno a curare gli animali nei centri di recupero e a mettere a dimora subito 10.000 piante del progetto “Due miliardi di alberi per l’Australia” che mira a ripristinare gli ecosistemi entro il 2030. Già persi 10,7 milioni di ettari e oltre 1 miliardo di animali. Aiutaci a fermare la strage di alberi e a salvare gli ultimi Koala: 45585.
Dallo spazio, l’Australia appare coperta da una nuvola di fumo. Ma il dramma dell’Australia in fiamme è lontano solo geograficamente: ci coinvolge tutti. Per questo il WWF ha lanciato il numero solidale 45585, attivo dal 15 al 29 gennaio, grazie al quale è possibile donare (con SMS e chiamate) per sostenere l’attività dei centri di recupero nella cura degli animali scampati alle fiamme e per mettere a dimora le prime 10.000 piante del progetto “Due miliardi di alberi per l’Australia”, che mira a ripristinare gli ecosistemi entro il 2030. Le immagini dei roghi arrivano ogni giorno nelle nostre case, con i poveri koala che tentano inutilmente di scampare alle fiamme arrampicandosi in cima agli alberi, e le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici si toccano con mano anche in Europa. Fino ad oggi sono circa 10,7 milioni gli ettari di terra australiana andati in fumo, una superficie più vasta dell’intero Portogallo. Un solo incendio, quello che ha divampato su Gospers Mountain e ha colpito il New South Wales, ha bruciato una superficie pari a circa 7 volte le dimensioni di Singapore. Almeno 28 persone sono morte e oltre 2.000 case sono state distrutte. Il New South Wales ha dichiarato lo stato di emergenza e lo stato di Victoria quello di calamità, mentre le fiamme stanno imperversando anche nel sud dell’Australia e nella parte occidentale del paese. Oltre un miliardo di animali uccisi direttamente o indirettamente dagli incendi. Un bilancio che può essere descritto con una sola parola: apocalisse.
La causa è il caos climatico provocato dall’uomo: il 2019 è stato infatti l’anno più caldo e secco della storia australiana, cosa che ha consentito agli incendi di svilupparsi e propagarsi con una intensità senza precedenti. Simbolo di questo dramma è certamente il koala che, come tante altre specie australiane, è endemico, vive cioè solo nel continente. Gran parte delle foreste di eucalipto, habitat d’elezione di questo piccolo marsupiale arboricolo, sono bruciate. E con queste anche diverse migliaia di koala sono morti (si parla di oltre un terzo della popolazione totale del New South Wales, circa 8.400 individui) e oggi la specie si è pericolosamente avvicinata al baratro dell’estinzione. Ad andare in fiamme non sono solo gli straordinari eucalipti con i koala, ma anche opossum, canguri grandi e piccoli, wallaby, vombati, ornitorinchi, echidna e tanti rari marsupiali, come l’antechino e il bandicoot (piccolo marsupiale onnivoro). Il dramma degli incendi che stanno distruggendo molte aree naturali ha colpito gravemente anche altre specie uniche al mondo come il Potoroo dai piedi lunghi (Potorous longipes), un piccolo marsupiale grande quanto un coniglio che vive solamente nelle foreste umide e temperate dell’Australia sud-orientale, ma anche la Volpe volante dalla testa grigia (Pteropus poliocephalus), uno dei pipistrelli più grandi del pianeta (vedi SCHEDA DI APPROFONDIMENTO). Ogni specie che scompare è una perdita inestimabile per la biodiversità mondiale e secondo gli ecologi, questi mesi di incendi intensi e senza precedenti, quasi certamente spingeranno diverse specie all'estinzione. Gli incendi hanno portato indietro di decenni gli sforzi di conservazione.
I PROGETTI CHE ANDREMO A SOSTENERE
Vigili del Fuoco e volontari stanno facendo il possibile per fermare il fuoco e dare soccorso agli animali sopravvissuti a questa catastrofe. Ma c’è bisogno del sostegno di tutti, ecco perché il WWF Italia ha deciso di attivare una numerazione solidale per raccogliere fondi da destinare al sostegno dei centri di recupero che si dedicano agli animali feriti e alle azioni di messa a dimora dei primi 10mila alberi che rappresenteranno l’habitat rifugio per gli animali sopravvissuti. Quando gli incendi saranno stati domati, il WWF contribuirà poi a ripristinare gli ecosistemi danneggiati attraverso il progetto "Due miliardi di alberi per l’Australia”, per ricreare gli habitat delle specie minacciate entro il 2030. Questa grande operazione ricostituirà anche le risorse di sostentamento necessarie alle comunità locali.
DONA AL 45585 DAL 15 AL 29 GENNAIO
Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Iliad, Coop Voce e Tiscali. Sarà di 5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile e di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb, Tiscali.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
Oltre 1 miliardo di animali uccisi: le specie più colpite. Gli alberi bruciano e la fauna selvatica soffre terribilmente. Si stima che finora circa 1,25 miliardi di animali selvatici in tutta l’Australia siano stati uccisi, mentre diverse specie, già a rischio estinzione, vivono oggi un dramma. La IUCN ha dichiarato che “secondo le prime stime, le fiamme avrebbero causato numerosi danni ad un numero di specie tra piante e animali calcolato tra le 20 e le 100 considerate 'minacciate' dalla Lista Rossa IUCN, aumentando così il loro rischio di estinzione e azzerando gli sforzi compiuti finora per proteggere le specie più a rischio”. L’Australia è ricca di specie endemiche, che cioè si sono evolute e sono e presenti solo in questo continente e in nessun'altra area del pianeta. Per questo il dramma degli incendi che stanno distruggendo molte aree naturali rappresenta una minaccia di portata purtroppo tragica per la biodiversità a livello mondiale. Simbolo di questo dramma è il Koala (Phascolarctos cinereus). Gran parte delle foreste di eucalipto, habitat d’elezione di questo piccolo marsupiale arboricolo, sono bruciate. E con queste anche diverse migliaia di koala sono morti. Già in forte declino a causa della distruzione delle sue foreste, prima di questi tragici incendi si stimava una popolazione relitta di soli 80.000 koala, distribuiti nell’Australia sud-orientale. Il Nuovo Galles del Sud (lo stato più colpito dagli incendi) è un’area cruciale per le popolazioni di koala. Si stima che il 30% dei koala presenti in queste aree sia morta, persa per sempre insieme a migliaia di ettari di foreste di eucalipti. Ma anche molte altre specie meno carismatiche sono drammaticamente colpite. Tra queste c’è il Potoroo dai piedi lunghi (Potorous longipes), un piccolo marsupiale grande quanto un coniglio che vive solamente nelle foreste umide e temperate dell’Australia sud-orientale, le aree purtroppo maggiormente colpite dagli incendi. Mammifero notturno, di giorno si nasconde nel folto della vegetazione per evitare i pericoli (ad esempio i predatori). La popolazione di questa specie era già fortemente minacciata a causa dell'areale molto ridotto, per la frammentazione e distruzione del suo habitat causata dalla costruzione di strade e per la predazione di specie introdotte dall’uomo, come cani e volpi. Gli incendi hanno quasi completamente distrutto ciò che restava del suo habitat, e moltissimi Potoroo sono morti. Solo nei prossimi mesi si riuscirà a capire meglio il tragico impatto di questo disastro sulla residua popolazione di Potoroo presente in natura. Un’altra specie colpita in maniera grave dagli incendi, ma forse ancor più dalle ondate di calore estreme che hanno colpito l’Australia, è la Volpe volante dalla testa grigia (Pteropus poliocephalus), uno dei pipistrelli più grandi del pianeta. Si stima che nelle ultime settimane diverse migliaia di individui siano morti, ammassati l'uno sull'altro, caduti dagli alberi che consideravano più riparati dal caldo asfissiante. Lo shock termico è particolarmente letale per i piccoli, che nascono normalmente nel periodo di ottobre. Distribuita nelle foreste umide e nelle savane dell’Australia sud-orientale, la specie si nutre prevalentemente di frutta. Per questo ama vivere anche tra le piantagioni di frutta diffuse in molte zone dell’Australia orientale. È inserita nelle liste rosse della IUCN come vulnerabile, considerato il lento declino degli ultimi decenni. Il riscaldamento globale e gli incendi rappresentano l’ennesimo duro colpo per una popolazione per la quale si stima una diminuzione superiore al 30% negli ultimi 20 anni.
"Ogni specie che scompare è una perdita inestimabile - ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore Conservazione WWF Italia - dal punto di vista etico ed ecologico, rappresenta un tassello fondamentale dell’attuale rete della biodiversità della terra ed ha un ruolo unico nel delicato equilibrio dell’ecosistema in cui vive. La perdita di una sola specie può avere effetti disastrosi su moltissime altre, a cui è legata da varie e complesse interazioni di differente tipo. Basti pensare al ruolo che molte specie frugivore svolgono nella disseminazione dei semi dei frutti di differenti specie di piante, e quindi nel permettere a queste ultime di diffondersi e rinnovarsi. O al ruolo che molte specie carnivore hanno nella regolazione della densità delle specie erbivore. O al ruolo di moltissimi invertebrati, che decompongono la materia organica restituendola come nutrimento al suolo". Un disastro annunciato. Il 2019 è stato registrato come l’anno più caldo e secco della storia australiana, cosa che ha consentito agli incendi di svilupparsi e propagarsi con una intensità senza precedenti. Ma la cosa più sconvolgente è che questo aumento delle temperature, con conseguente aumento del pericolo molto elevato di incendi, era già stato previsto. Il rapporto intitolato “Be prepared: climate change and the Australian bushfire threat”, pubblicato nel 2013 dal Consiglio climatico dell’Australia, mostrava come già in quel periodo il cambiamento climatico stesse aumentando la frequenza e la gravità delle giornate molto calde e di conseguenza facesse aumentare la probabilità di un pericolo di incendio molto elevato, specialmente nel sud-ovest e nel sud-est dell’Australia. Secondo questo report, coordinato da Will Steffen, uno dei maggiori esperti mondiali di Earth System Science e Climate Change insieme a Lesley Hughes insieme ad altri studiosi, nel decennio successivo al 2013 sarebbe stato molto probabile che in Australia si sarebbe verificato un aumento fino al 65% del numero di giorni con rischio estremo di incendio. “È fondamentale che le comunità, i servizi di emergenza, i servizi sanitari e le altre autorità si preparino alla crescente gravità e frequenza di condizioni di incendio estreme”, affermava il report, che stimava anche i futuri rischi economici provocati dagli incendi boschivi: “Senza un cambiamento adattativo, l'aumento dei danni all'industria agricola dello stato di Victoria entro il 2050 potrebbe aggiungere 1,4 miliardi di dollari”. Il rapporto chiedeva anche all’Australia di “sforzarsi per ridurre le emissioni in modo rapido e profondo e di unirsi all’accordo globale per stabilizzare il clima mondiale e ridurre il rischio di eventi ancora più estremi, compresi gli incendi boschivi”. Quello che sta accadendo oggi, davanti ai nostri occhi, mostra i terribili danni che il negazionismo climatico ha provocato e sta ancora provocando. Il WWF ritiene che su questi temi fondamentali che stanno sconvolgendo il nostro pianeta chi lavora per l’inazione e il rinvio si macchia di “crimini contro natura” che ormai si stanno traducendo in “crimini contro l’umanità”.