gli artropodi, chi sono costoro?
Iniziamo a conoscerli meglio a più riprese, prima definendoli e in successivi approfondimenti rivelando alcuni aspetti particolari e alcune curiosità. Gli artropodi rappresentano il più vasto insieme di animali viventi sulla terra. Sono state descritte all'incirca 1.100.000 specie, presenti in tutti i tipi di ambienti. Ringraziamo per le foto A. Fiorillo e S. Iovine
di Giulia Vattani
Sono animali invertebrati, ovvero presentano uno scheletro esterno (esoscheletro) invece che interno. L’esoscheletro non è composto da ossa come nel caso dell’uomo ma di chitina una proteina altrettanto valida per difendersi dai predatori, dagli urti, dalla perdita di acqua e dall’effetto di sostanze tossiche. Il Phylum (tipo) degli artropodi comprende ben quattro sottodivisioni:
1-alcune più amate dall'uomo soprattutto in ambito culinario come i Crustacea (crostacei)
2-altre un poco meno e spesso fonti di fobie come i Chelicerata (ragni, scorpioni, acari, ecc.)
3-Myriapoda (centopiedi e millepiedi)
4- gli Hexapoda (i comuni insetti).
L’area urbana di Roma Capitale ospita un vasto panorama di specie di artropodi, soprattutto di insetti per i quali sono state recensite circa 5.200 specie. Alcune specie sono molto comuni nella quotidianità cittadina come ad esempio gli Hymenoptera di cui fanno parte le api, le vespe e le formiche, i Lepidoptera di cui fanno parte le sfingidi (Spingidae), falene e le farfalle dai diversi colori e fantasie spesso dati dal mimetismo batesiano e mulleriano (meccanismo di difesa per i predatori); o ancora l’ordine dei Diptera (mosche e zanzare) che comprende la specie Aedes di cui fa parte la ‘’Zanzara tigre’’. Altri ordini e specie come i Coleoptera, che rappresenta l’ordine più grande degli Hexapoda, gli Odonata (libellule) o gli Orthoptera (cavallette, grilli, mantidi religiose) possono essere invece osservati più raramente in città e maggiormente nelle zone periferiche, dove sono presenti più aree verdi.
Sono anche presenti specie parassite, la più conosciuta è quella del Pediculus Capitis (pidocchio del capo). Posseggono un apparato boccale strutturato a perforare la pelle per succhiare il sangue dei loro ospiti. Hanno un colore grigiastro che molto spesso cambiano per adattarsi al colore dei capelli del capo che infestano. Completano il loro ciclo vitale sul capo dell'ospite deponendo le uova alla radice dei capelli e nella zona sopra le orecchie in quanto le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli alla schiusa. Sono spesso causa di infestazioni nelle scuole materne. Nelle nostre abitazioni si possono trovare i classici ragni della famiglia Pholcidae, dalla colorazione corporee grigio-marroncina e dalle lunghe zampe ambulacrali, o il Lepisma Saccharina o ''pesciolino d'argento'' dell'ordine dei Thysanura.
Entrambi sono innocui per l’uomo e come nel caso del Lepisma Saccharina, anche “utili” in un certo senso alla vita domestica in quanto quest’ultimo si nutre, ad esempio, di polvere. Negli ultimi tempi possiamo però osservare un’invasione da parte di una specie “aliena” proveniente dai Paesi Asiatici nella nostra area urbana. La specie in questione Halyomorpha Halys, appartenente al sottordine degli Hemiptera, ovvero la cimice asiatica o cimice marmorata si differenzia dalla classica cimice verde (Palomena Prasina) per la colorazione grigio scura.
Quando le temperature calano le cimici cercano luoghi caldi per potersi rifugiare, ecco perché molte abitazione hanno subito un aumento della presenza di questi esemplari. Non sono dannose per l’uomo, se non per via del fastidio che può recare il loro ronzio o il cattivo odore che emettono se schiacciate, ma sono una minaccia per la floricoltura e agricoltura. Comparsa per la prima volta cinque anni fa, in Emilia Romagna, fu notata principalmente dagli agricoltori che provarono a debellarla ma spesso senza successo.
La cimice asiatica, infatti, è incredibilmente resistente e si diffonde in maniera rapida grazie soprattutto alla grande mobilità; è infatti in grado di volare dai 2,5 ai 5 km al giorno. Inoltre quando queste cimici vengono quasi eliminate in una determinata zona, si spostano in un’altra per sopravvivere e da lì proliferano ancora, infestando i campi. Per molti studiosi una causa del loro avvicinamento alla città (e soprattutto alle abitazioni dell’uomo) è legata alla ricerca di un luogo più “confortevole” anche per poter deporre le larve.